Al vecchio signore col cappello e la sciarpa, per i suoi 199 anni…

Sarà che uno dei primi ricordi che ho, della mia vita, è quello di alcuni suonatori di tromba che, da un balcone del mio paese, suonano una delle tue marce più famose, quella dell’Aida.

Sarà che mi divertivo a cantare in falsetto, giocando a fare le parti del tenore, del basso, del soprano… su un’aria di Un Ballo in Maschera e ascoltavo e riascoltavo a ripetizione una musicassetta che oggi è ridotta una chiavica, proprio a causa di quell’uso smodato.

Sarà che, col fatto che pochi riuscivano a capirti, a cominciare da quelli che oggi si vantano di averti dato i natali, che hanno sempre e solo cercato di impedirti di fare ciò che volevi davvero, perchè nella vita si deve volare basso come il piccione di Povia insegna… eri come me.

Infine…

Sarà che lavoro nel teatro che tu non ti sei mai preoccupato neppure di vedere, perchè se la gente non ti ama davvero, è inutile farsi il culo, cercherà sempre e solo i danari.

Bene, signori miei, visto che mi si accusa di essere un disfattista,

uno che non ama il posto dove sta,

tenetevi le chiacchiere e le cerimonie e gli allori e le palme.

Questi sono i soldi

e buonasera!

Buon compleanno, Maestro,

che Dio ti preservi dai mercanti del Tempio.

Ti dedico Wagner, che so che ti piaceva tanto…

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